"Dentro un ring o fuori non c'è niente di sbagliato a cadere. E' sbagliato rimanere a terra" (Muhammad Ali)

domenica 25 ottobre 2015

CERCO UN CENTRO...

Ci eravamo lasciati con una condizione fisica non al top dopo il Mattinata Trail. Un ginocchio "in disordine", termine mutuato da quelli che ne capiscono di pallone, ed un test da effettuare per capire "l'entità del danno". Si vede e si sente che da ragazzo ero un discreto tifoso di calcio!
Il disordine nel frattempo si è trasferito dal ginocchio alla testa, nel senso che il ginocchio sembra essere più o meno guarito, mentre la mente è un pò confusa ed in cerca di un obiettivo sul quale lavorare. Il Trail di Mattinata mi ha tenuto impegnato in questo senso per tutta l'estate, dando a delle terribili giornate afose e bollenti un senso podistico e sul Gargano sono finalmente riuscito a dare sfogo a questo obiettivo. Adesso a fine stagione sono un pò in cerca di identità.
Oggi ho corso la trentesima edizione della Stracittadina Novolese, una classicissima gara su strada salentina sulla distanza dei 10,680 km (al mio Garmin), chiusa in un discreto 52'42": ho corso benino, con le mie nuove NB880 da sformare, in scioltezza, a tratti tirando e dando il massimo. Poteva andare meglio, ma tutto sommato non mi lamento: dopo mesi e mesi di salite e discese, medi, rocce e sentieri, è già un buon risultato.
Il problema del momento, se così lo vogliamo chiamare, è dare un senso a questo periodo. Non ho obiettivi specifici per questo fine anno e i prossimi appuntamenti sui quali punto, cioè un trail primaverile ed una maratona per il 2016, sono troppo avanti nel tempo per pensarci adesso.
Ora come ora il calendario salentino prevede un paio di belle mezze, Collepasso e Corigliano d'Otranto ed una terza a fine gennaio a Gallipoli, dove anni fa feci il mio PB.
Se guardo bene, in qualche cassetto dovrei trovare proprio quella tabella che qualche anno fa mi diede un amico e...

 XXX Stracittadina Novolese (foto: Dino Giliberti)





XXX Stracittadina Novolese (foto: Dino Giliberti)


lunedì 12 ottobre 2015

Bandelletta ileo tibiale KO

Stasera sono uscito a fare un defaticante di una mezz'oretta.
Da casa mia a quella di mia madre, andata e ritorno, unendo l'utile al dilettevole, dove l'utile ed il dilettevole era rappresentato dal fatto di rivedere mia mamma dopo una settimana di assenza.
Per il resto, ho ancora un discreto indolenzimento muscolare dovuto alla fatica dello scorso sabato e verso la fine dell'uscita, attorno al quinto kilometro, mi è ritornato il dolore alla bandelletta ileo tibiale del ginocchio sinistro che ho già accusato in gara e che ha condizionato non poco la sua parte finale.
A questo punto credo che sia assolutamente necessario, come da manuale, concedersi un periodo di pausa dalla corsa di non meno di 5 giorni, forse anche di più. Ipotizzando con ciò che il dolore sia dovuto ad un eccessivo carico.
Mercoledi e venerdi prossimo saranno quindi dedicati alla palestra ed a rafforzare gli arti superiori che, mi sono accorto, hanno anch'essi una certa (notevole) importanza in una disciplina complessa come il trail.
La prossima tappa fondamentale sarà, inoltre, la sostituzione delle scarpe da strada, per le quali obiettivamente è ormai da tempo suonato il de profundis, ipotizzando stavolta che correre con scarpe che sono ormai arrivate al battistrada non aiuti la guarigione.
A presto.


domenica 11 ottobre 2015

LA MIA "GARGANO RUNNING WEEK" 2015 - ***COMMENTO*** e ***FOTO***



A chi in queste ore mi chiede come è stata la Gargano Running Week alla quale ho partecipato ieri rispondo che è stata una gran bella esperienza, nel senso più completo del termine. Magari per qualcuno è stato un flop, determinato dalle pessime condizioni meteo che hanno pesantemente condizionato la prestazione: la 77 km sarebbe dovuta partire alle 6:30 ed è stata annullata dopo una notte di diluvio che ha reso impraticabile la Foresta Umbra, sommersa di pioggia; la partenza della 34 km è stata fatta invece slittare di un’ora ed è rimasta in bilico fino all’ultimo istante. Effettivamente la situazione era quasi disperata.
Arriviamo a Mattinata alle 18:45 di venerdi e riusciamo partecipare prima al briefing di presentazione gara, quindi ci spostiamo in piazza a ritirare i pettorali e pacchi gara. 

Briefing di presentazione gara

Ritiro pettorali




Il meteo peggiora di minuto in minuto, il tempo di mangiare una pizza e all’uscita dal locale piove già forte. Durante la notte vien giù una quantità impressionante di pioggia. Sveglia alle 6 e piove…piove….piove ancora di buona lena. Colazione alle 7:15 ed alle 8 siamo alla partenza. Come detto, partiremo alle 9:30, dopo un ultimo briefing nella sagrestia della Chiesa di Mattinata, mai luogo fu più “benedetto”!


In attesa di partire...


Se è vero, com’è vero, che cercavo questo tipo di esperienza, cioè non una 34 km da correre sul velluto, ma un percorso tecnico e complicato sul quale testare le mie reali capacità di adattamento per il futuro, beh…sono stato accontentato. E perciò sono molto soddisfatto!
Primi due kilometri di grande sofferenza: ho caldo, è umidissimo, mi sento imballato, non sto bene nel senso che non mi sento a mio agio. Parto con una maglia tecnica a manica lunga, le cui maniche tiro subito su. Nello zaino ho un ricambio a manica corta, ma aspetto di inzupparmi ben bene per sostituirlo. Fin da subito ci rendiamo conto che le salite, che immaginavamo meno ripide, ci costringono a camminare per lunghi tratti. Si sale tanto e lo si fa con pendenze importanti. Mattinata è un trail vero, molto tecnico. Tecnicissima è anche la discesa verso la spiaggia, dove faccio i conti con la mia prima “paura” da battere: le vertigini. Quando mi rendo conto di dove sono, che la roccia resa scivolosa dalla pioggia scende giù quasi a strapiombo in un paio di tratti e che io devo passare da lì per forza, raccolgo le energie mentali “nascoste” in ognuno di noi e cerco di non guardare giù. Inutile dire che non ci sono foto di questo tratto! 
Scendo di incoscienza, ma sempre con piedi a mani ben salde. Non sono elegante, anzi, scendo di culo più che di gambe, ma concludo la discesa. Da lì mi tuffo in un lungo discesone corribile dove do sfogo ad una corsa sciolta che sarà forse l’unica di questa gara. Arriviamo su una spiaggia, che spiaggia non è, ma che in realtà si dimostra fin da subito essere una infinita distesa di ciottoli assassini. Mai visti tanti ciottoli in vita mia! Santa pazienza, saranno due kilometri che percorrerò in più di venti interminabili minuti. 

Spiaggia di Mattinata

Il paesaggio è unico, ma quanta fatica!!! Non me ne rendo conto subito, ma credo che in questo tratto darò un duro colpo alla bandelletta del mio ginocchio sinistro. Lì per lì non la sento, anche perché subito dopo la spiaggia si attacca con una lunga salitona che porterà su al Monte Saraceno e non finirà praticamente mai. E lì il ginocchio, in salita intendo, non mi fa male. In salita, dove ormai cammino sempre, mi raggiunge il compagno di squadra Gigi Rizzo, con quale correremo quasi tutto il resto della gara. Sempre su questa infinita pendenza cominciamo a formare un bel gruppo di baldi giovani, coi quali affronterò e sconfiggerò la mia seconda “paura”: quella di restare da solo… e perdermi.




Via via che si sale, su un percorso sempre più bello, ma tecnico, durissimo, allo spasimo delle forze fisiche e mentali, dopo salite di kilometri, la nebbia è sempre più fitta, si mischia alla pioggia ed al vento che comincia a soffiare in quota e ti dà una sensazione di freddo fastidiosissima. Arriviamo ad un tratto in cui dovrò anche qui recuperare tutte le mie energie e salire un breve ma intenso e scivolosissimo tratto di costone tenendomi ben saldo ad una corda. Bella esperienza anche questa. Il gruppone è ora formato da almeno 7/8 unità, guidate da un signore di Salerno che sembra fisicamente e mentalmente il più preparato: è un trail runner di discreta esperienza, un omone di almeno 100 kg con due polpacci grossi quanto le mie cosce. Nel 2014 ha corso e portato a termine l’UTMB. Inutile dire che gli farò un paio di domande su quella gara che mi affascina così tanto e che rappresenta il mio sogno nel cassetto. Gli chiedo ad esempio se l’andatura che stiamo tenendo è la stessa che si tiene su una gara così epica come l’UTMB e lui mi dice che su 40 ore di partecipazione ha quasi sempre camminato a quell’andatura. E’ chiaro che i top runners corrano e saltino come stambecchi, ma è altrettanto chiaro che un corridore normale attacchi una salita percorrendola a piedi e quasi mai di corsa, altrimenti è la fine. Mi rinfranca.




Le condizioni meterologiche, nel frattempo, diventano sempre più uno schifo: ormai piove quasi sempre, ma la condizione peggiore è data dalla nebbia fittissima, che ci impedisce di tenere un sentiero e soprattutto di scorgere le bandierine che lo segnano ogni 100/120 mt. La visibilità è al limite, ci perdiamo almeno due o tre volte, una delle quali più a lungo, e ci tocca tornare faticosamente indietro all’ultima bandierina utile per ritrovare il bandolo della matassa. Tra l’altro, più si sale più aumenta l’intensità del vento il quale, nonostante l’abbigliamento anti vento, penetra all’interno fino alla pelle e dà una sensazione di freddo sempre maggiore a contatto con gli indumenti ormai fradici. Per fortuna all’altezza del ristoro del 17 km un membro dell’organizzazione ci viene incontro e ci guida verso una strada asfaltata che ci invita a percorrere per ritornare indietro.



Da lì in avanti la gara viene deviata, per noi e per chi ci segue: su a Monte Sacro piove a dirotto e tira un ventaccio della malora. Dopo un breve ristoro ci dirigiamo verso il paese di Mattinata. Qui perdo il gruppone, che percorre di corsa questa lunghissima discesa, mentre io arranco dolorante a causa del riacutizzarsi del dolore alla bandelletta del ginocchio sinistro, che in discesa evidentemente viene sollecitata maggiormente. Sono costretto a fermarmi diverse volte ed il dolore è a volte molto intenso. Devo comunque procedere, perché una delle cose che ho imparato, tra le altre, da questa esperienza, è che nei trail se ti fai male non è che aspetti l’ambulanza, ti carica e ti porta dove deve, ma spesso comunque devi cavartela da solo alla bene meglio, almeno fino a raggiungere un punto dove il soccorso sia più fattibile. E invece lì, su quella discesona, non solo non passava nessuno, essendo tra l’altro una deviazione dell’ultimo minuto, ma la pioggia nel frattempo diventava a tratti un diluvio e nei tratti più esposti tirava un ventaccio che ti spingeva a correre per scaldarti e restare in movimento, piuttosto che fermarti a rimuginare.




Taglierò in traguardo al 26° kilometro circa, nove dopo la deviazione gara e otto prima della scadenza naturale del trail, che era di 34 km. Gigi, che faceva parte del gruppone di su e che perderò all’inizio della discesa, arriverà quindici minuti prima di me, quindici minuti in appena otto kilometri. Giusto per far capire quanto il dolore al ginocchio e l’impossibilità di procedere spedito su asfalto e per giunta in discesa mi abbia rallentato.
La sensazione è che se fosse continuato tutto in quelle condizioni l’avrei maledettamente sofferto. Se le condizioni meteo fossero migliorate, avrei sofferto ugualmente, perché il ginocchio mi dava problemi e non so quanto a lungo sarei riuscito a tenere il passo dei miei compagni. Bene è stato che sia andata così, alla fine.



In definitiva, il Mattinata trail mi ha dato tante emozioni e ringrazio l’organizzazione per aver gestito al meglio che poteva (secondo me) situazioni di discreta criticità. Sono stati tutti gentilissimi, professionali, ognuno si è messo a totale disposizione di tutti noi atleti iscritti.
Avevo già assaggiato una esperienza di sterrato più lunga e molto sofferta con la 42 km dell’Ecomaratona dei Monti della Tolfa dello scorso aprile, anche se lì le pendenze non erano proibitive. Mi ero un po’ scoraggiato per aver camminato tanto anche in quella occasione. Al Mattinata Trail, in condizioni ben più critiche e su un terreno tecnicissimo, me la sono cavata tutto sommato bene, a parte il guaio al ginocchio che non è prevedibile, ma che può capitare. Non mi vergogno di aver camminato a lungo, anzi, ho avuto la conferma che per noi comuni mortali camminare a lungo è una condizione essenziale per portare a casa la pelle. E di questo farò tesoro nei miei prossimi allenamenti.



Alla vigilia del Mattinata Trail ho detto che avrei preso questa gara come un banco di prova, per capire le mie reali condizioni fisiche e mentali di attitudine a questa disciplina: se devo tirare le somme dico che “sono intelligente, ma ho bisogno di applicarmi di più”, come a scuola. E’ tutta questione di allenamento, fisico e mentale. Ho bisogno di potenziare la carrozzeria con allenamenti più lunghi, più tecnici. Non importa nulla la velocità, ciò che conta è fare tantissime salite e discese, anche su terreni impervi, purchè lunghi, o da ripetere più volte, anche camminando, il resto non importa davvero. Ciò che mi serve è fare molta strada, proprio tanta. A questo punterò nei prossimi mesi. Non farò altri trail per adesso, men che meno quello degli Ulivi a Ravenna, che avevo scelto per ottenere un punto di qualificazione per fare la preiscrizione ad una delle gare dell’UTMB 2016: finirebbe male, forse molto male e il punto non lo avrei comunque. Non ho possibilità oggi come oggi di ultimare una 44 km in ambiente appenninico. Bisogna essere realisti ed evitare di farsi male per la fretta. Le cose vanno fatte con calma.
Alla fine della gara ho velocemente salutato il signore salernitano che avevo incontrato lungo i sentieri del trail. Il mio saluto è stato “arrivederci sul Monte Bianco!”. La sua risposta: ”puoi starne certo, contaci!”. Amen.


giovedì 8 ottobre 2015

Gargano Running Week *prologo*

Parliamo un pò del mio obiettivo autunnale, quello inseguito per tutta l'estate a costo di immani sacrifici di tempo, energia e forza fisica e mentale. Parliamo del Mattinata Trail, questa corsa in ambiente montano in semi sufficienza alimentare, la prima vera e propria della mia carriera da quando ho intrapreso questa strada del trail running, se si escludono le quattro Arrancabirra, qualche esperienza bella ma minore (tipo il Trail delle Cinque Querce e San Severino Lucano) e la 42 km dei Monti della Tolfa.



34 kilometri di meraviglia garganica, zaino in spalla, in compagnia di quattro compagni d'avventura: Mauro, il mio compagno di allenamenti estivi; Alessandro, il più allenato; Gigi, il più esperto; Fabrizio, il più scanzonato perchè come me forse un pò incosciente.



Quest'anno ho rinunciato non senza nostalgia e rimpianti all'Arrancabirra per questa gara, che fa parte di un più ampio progetto di avvicinamento al trail running e che, con tutto l'affetto e la goliardia di questo mondo, non me la sentivo di continuare a lasciare relegata in una gara unica, ma "limitata" come l'Arrancabirra. Gli amici Cormaioresi, che sono nel mio cuore ed ai quali ogni mia fatica da qui ai prossimo mesi è dedicata, capiranno.
Si parte domani, venerdi, per arrivare in serata a Mattinata (questo stupido gioco di parole ogni volta mi fa sorridere!), ritireremo i pettorali e sabato mattina partiremo. All'arrivo giusto il tempo di salutare gli amici e si riparte per casa, dove contiamo e speriamo di rientrare nella serata di sabato stesso.

LINK AL SITO: http://www.garganorunningweek.com/le-gare/mattinata-trail-34-km/?lang=it 

Come nelle migliori tradizioni fantozziane, per me è stata una settimana tribolatissima: vi ricordate il fantastico post di domenica scorsa a San Donato..."sono in grande forma"? Le ultime parole famose: lunedi mal di gola, martedi febbre, mercoledi febbre, oggi sfebbrato, domani speriamo meglio e sabato gara. Iiiiahoo!!! Che culo, eh?
E che ci vuoi fare? Posso, anzi, devo ritenermi fortunato che le cose siano andate così e che alla fine magari riuscirò a presentarmi al via: poteva andare peggio, sarebbe bastato uno/due giorni di slittamento e la malattia mi avrebbe preso in pieno a poche ore dalla gara.Guardiamo il lato positivo.
E guardiamo anche il lato positivo del meteo, per quanto di lati positivi davvero bisogna sforzarsi per trovarne: se uno deve fare un trail, che deve essere un banco di prova per future avventure off road, se proprio uno si deve sporcare, insomma, forse è bene che lo faccia per bene!
Ed allora, siccome non ci facciamo mancare nulla, perchè non correre con i postumi di un forte raffreddore nel bel mezzo di un previsto ciclone mediterraneo? Mi sembra "giusto", no?
Ho l'impressione che quando ci risentiremo, al prossimo post, ce ne saranno di cose da raccontare...


domenica 4 ottobre 2015

CORRI A PIEDI SAN DONATO 2015

La quinta edizione della Corri a piedi San Donato ha coinciso con il mio debutto con questa gara, una delle pochissime del nutrito calendario Fidal salentino che ancora non avevo avuto il piacere di correre dopo circa 15 anni di onorata carriera podistica.
La decisione in realtà è stata presa solo lo scorso martedi, durante una delle ultimissime uscite di preparazione al Trail di Mattinata che io ed il mio compagno di fatiche estive, Mauro, correremo sabato prossimo sulle montagne del Gargano, in prov. di Foggia. Abbiamo deciso di andare a san Donato a farci questa dieci kilometri come allenamento di rifinitura, per riassaporare il clima della partenza/arrivo in una gara ufficiale e nello stesso tempo per capire le nostre potenzialità in una manifestazione vera. Abbiamo trascorso l’intera estate ad allenarci per il nostro obiettivo autunnale e ci serviva questa esperienza.
Non avevamo la minima idea di che gara sarebbe stata e ci siamo ritrovati a correre su asfalto un antipasto dei sali e scendi che ci ritroveremo a percorrere tra poco meno di una settimana ormai.
La gara di San Donato è stata tosta, caratterizzata da un percorso molto tecnico con almeno quattro salitone spezza gambe, affrontate però con relativa tranquillità e seguite da discese altrettanto ripide, anche queste prese col piglio giusto da gambe ed articolazioni ormai allenate a dovere dopo mesi e mesi di sollecitazioni.
Ottimo il tempo finale, che denota un più che discreto stato di forma fisica e mentale: 47’43” per correre quasi 10 kilometri; poco più di 42’ invece per il mio amico Mauro che fin da principio ha dimostrato di avere una marcia in più. Tempi lusinghieri, davvero, tanto più perché corsi su un percorso tecnico ed alla fine di una preparazione molto impegnativa.
La classifica finale della Corri San Donato la trovate sul sito www.cronogare.it .
Un bell’articolo e alcune foto invece, in attesa di vedere le mie, le potete trovare su http://www.maratonesalentoebike.blogspot.it/2015/10/5a-corri-piedi-san-donato-8a-trofeo-dei.html#more .
Da domani cominceremo a parlare della mia prossima fatica, il Gargano Running Week di sabato prossimo.

A presto.