"Dentro un ring o fuori non c'è niente di sbagliato a cadere. E' sbagliato rimanere a terra" (Muhammad Ali)

martedì 22 marzo 2016

IL MIO ULTRA TRAIL DELLE VALLI ETRUSCHE con ***FOTO***

Ormai conservo le pagine del blog per le cose serie, serissime, troppo serie per poter essere liquidate con un semplice post su facebook. E mi aspetto che chi da facebook o da altri link arriva qui si cambi d'abito, indossi il vestito elegante, si metta comodo e si goda lo spettacolo.
Stasera voglio mettere da parte l'umiltà e darmi un tantino di arie. O per lo meno darmi il tono che merita chi, nella vita come nello sport, ha sempre preferito come stile porsi degli obiettivi e raggiungerli. Eccomi qui.
Ho tagliato il traguardo di un ultra trail, a distanza di un anno e pochi mesi dal mio cambio di terreno, passando dalla strada allo sterrato. Un paio di cadute rovinose nel Parco di Portoselvaggio, tantissimi kilometri d'allenamento macinati. Ma finora avevo in curriculum "solo" un'Eco Maratona, quella della Tolfa, bellissima, ma faticosissima e conclusa coi capelli bianchi per lo sforzo patito, e avevo corso dei trail c.d. "minori": la versione breve del Trail delle 5 Querce di Gravina; la versione media della Gargano Runner Week, il Mattinata Trail, peraltro accorciato in itinere causa maltempo, qualche trail da una decina di kilometri in Basilicata, a Terranova sul Pollino e Sanseverino Lucano...poi tante buone intenzioni ed un sogno lontano: correre prima o poi una delle gare dell'UTMB, per le quali servono i punti delle "gare qualificanti".
Per questo 2016 avevo un obiettivo supremo: conquistare quei punti!
Ho tagliato il traguardo di un ultra trail serio, vero, lungo 50 km: ho chiuso da 48 ore l'ULTRA TRAIL DELLE VALLI ETRUSCHE, cinquanta kilometri con un dislivello positivo di 2.600 mt, lungo un percorso molto tecnico, duro al punto giusto, tosto come volevo che fosse e come è stato.
Ho raggiunto l'obiettivo dell'anno: 3 punti ITRA, che mi consentiranno di effettuare la preiscrizione all'edizione 2017 dell'OCC, la sorella minore delle gare dell'UTMB. Punto a quella perchè non sono uno sprovveduto e ci tengo alla pellaccia, prima che alla gloria. Diciamo che non ho come obiettivo una lapide sfarzosa. Uno che corre a casa sua con dislivelli medi che difficilmente superano le due cifre, a meno di ripetere decine di volte la stessa salita, non può puntare alle stelle. Ma almeno la luna, vorrei sfiorarla. E sono sulla strada giusta. Tra un anno farò la preiscrizione ed è già una grande soddisfazione. E se non dovessi essere sorteggiato, riproverò, finchè non riesco, se posso.
E' stata intanto una enorme soddisfazione tagliare il traguardo dell'Ultra Trail delle Valli Etrusche domenica scorsa, dopo 50 km sulle montagne aretine, tra Cortona e il Lago Trasimeno, in una splendida giornata di metà marzo, tiratissima dal punto di vista atletico, appassionante da quello sportivo, al cardiopalma da quello fisico.
Partiamo sabato mattina prestissimo da Lecce, con l'amico Gigi Rizzo, in direzione Roma; da lì a mezzogiorno ci ritroviamo sul treno che ci porterà ad Arezzo e quindi a Castiglion Fiorentino. Giunti nella cittadina aretina, bisogna raggiungere la vicina frazione di Montecchio Vesponi, che però tanto vicina non è, perchè dista circa 6/7 km e noi siamo a piedi e stracolmi di bagagli. Telefono alla mano, contattiamo il gentilissimo organizzatore Gennaro, che ci mette a disposizione un'auto con la quale raggiungiamo il centro sportivo di Montecchio. Presentazioni di rito, saluti, ritiriamo il pettorale e ci prepariamo per una spartana notte in sacco a pelo nella palestra del centro sportivo, in compagnia di decine di altri trailers. Una scelta dovuta al fatto che non avevamo il mezzo che ci portasse la mattina dopo dall'ipotetico alloggio (introvabile alla vigilia) alla partenza ed una volontà, per vivere questa wild experience al 100%. Sofferta e complicata la notte, infatti, ma in fondo bellissima esperienza pure questa.



Domenica mattina, ore 7, dopo il controllo materiale obbligatorio, eccoci alla partenza.

Alla partenza

Sia io che Gigi siamo molto dubbiosi sulla nostra capacità di reggere: lui è reduce da una contrattura al polpaccio destro; io ho tutti i sintomi di una sofferenza meniscale sempre al ginocchio destro. Partire così per correre 50 km è un pò da incoscienti, ma ci siamo ormai. Tirarsi indietro adesso è ciò che fa la differenza tra un post carico come questo ed un rimpianto infinito. Si parte.
Gigi sta bene. Io pure, ma scarico così tanto la fatica sulla gamba sinistra che dopo 25 km ho il ginocchio destro fresco come una rosa profumata di maggio, grazie anche al lavoro di braccia e bastoncini trail (che Dio li benedica!) e la gamba sinistra che chiede pietà e misericordia. In tutte le pose fotografiche, noterò in seguito, per un riflesso condizionato di auto-protezione, poggerò sempre il carico del corpo sulla gamba sinistra, con la quale mi scuso ufficialmente dalle righe di questo blog!

In gara

Mi fermo qualche secondo. Devo cambiare il carico. Comincio a distribuirlo meglio, col risultato finale netto che ancora oggi ho la gamba sinistra a pezzi e quella destra appena stanca. Il percorso è fantastico, alterna ripide salite sterrate e pietrose a discese di media pendenza "spappola quadricipidi femorali". Perdiamo una volta il sentiero, in un punto che sulla roadmap era segnalato come "nascosto", da prestarci attenzione. Infatti, presi da un discorso, saltiamo le fascette azzurre segnaletiche e percorriamo circa 200/250 mt. prima di renderci conto che non siamo sul sentiero giusto. Torniamo indietro e per fortuna risolviamo l'inconveniente con solo 500 mt in più da raccontare a fine gara. Gara che prosegue alternando salitoni a discesoni, sembrerebbe senza soluzione di continuità. Resto sempre molto concentrato. La stanchezza, per quanto mi riguarda, comincia ad affiorare in maniera più seria verso la fine del percorso, dopo l'ultimo ristoro del 43.mo km, nella lunga infinita discesa che porterà al traguardo, quando il dislivello negativo si ripercuote sulle mie gambe, ginocchia e sul collo del piede sinistro che sento in fiamme. Non posso dire di aver chiuso a pezzi, almeno non subito. Lo sono oggi, a distanza di 48 ore, ma la gara me la sono quasi sempre goduta, eccezion fatta per il patema d'animo di poter incorrere da un momento all'altro in un infortunio articolare tanto temuto quanto nella realtà lontano. Fossi stato più sereno, forse, me la sarei goduta ancor più.

All'arrivo

Va bene, anzi, va alla grande. Sono felicissimo per aver centrato ogni obiettivo della vigilia:
1) tagliare il traguardo: 9 ore e 44 minuti il tempo finale, tra gli ultimissimi in classifica, ma francamente non me ne frega un cavolo! Vengano loro a vivere 40 anni coi piedi a mollo in mare e a voler fare i trail runners in montagna.
2) Conquistare i punti ITRA: 3 new point portati a casa che valgono la preiscrizione all'OCC 2017.
3) Tagliare il traguardo in condizioni dignitose: assolutamente sì, avrei potuto continuare, stringendo i denti, ancora per un pò.
4) Vivere e capire meglio lo "spirito trail": ringrazio gli organizzatori per la bella gara; i miei bastoncini indispensabili che ho imparato ad usare alla perfezione, con la convinzione di dover in futuro rinforzare in palestra anche gli arti superiori, per una maggiore e più continua spinta in salita; il mio amico Gigi, la cui esperienza è servita per darmi una sorta di metodo di lavoro ed un corretto e responsabile approccio alla gara; il mio equipaggiamento che ha retto abbastanza bene.


Da bocciare il Garmin GPS, assolutamente inadeguato, la cui batteria mi abbandona a metà gara, ma grazie alla cui assenza imparo a leggere le carte, a seguire il percorso altimetrico direttamente dalla roadmap cartacea e a dar retta in condizioni di emergenza (relativa) al mio istinto piuttosto che all'elettronica. Esperienza preziosissima anche questa.
Adesso, al netto delle gare locali che sicuramente farò nelle prossime settimane, vorrei partecipare alla versione lunga da 28 km del Trail delle 5 Querce di Gravina, a metà giugno Sono proprio contento e questa esperienza è stata preziosissima per il prosieguo della mia avventura in questa disciplina del trail running che affronto con rispetto e timorosa devozione, ma con una rinnovata iniezione di fiducia.
Alla prossima.