"Dentro un ring o fuori non c'è niente di sbagliato a cadere. E' sbagliato rimanere a terra" (Muhammad Ali)

mercoledì 20 aprile 2016

1 MESE DI "STOP"

Riprendendo il post di ieri, il responso del medico sportivo è stato questo pomeriggio relativamente tranquillizzante: il ginocchio soffre con ogni probabilità a causa di una infiammazione da sovraccarico di lavoro. 15 anni di running, dai e dai, cominciano ad affiorare e le cartilagini iniziano un pochino ad usurarsi. Non ci sono evidenze di lesioni. Nulla di così grave da giustificare un qualsiasi ricorso a metodi chirurgici, ma solo la continuazione della "terapia" che io stesso mi ero già cominciato a dare:
1. Riposo dalla corsa, quantificato in un mese intero. Da valutare alla fine di questo perido la possibilità di riprendere con la strada e poi, gradualmente, coi sentieri. Magari, se tutto va bene, ce la faccio pure per il Trail delle 5 Querce di Gravina, 28 km (n.d.r.)
2. Potenziamento muscolare generale, con particolare attenzione per i muscoli delle gambe. Va benissimo palestra oppure ciclismo.
3. Ialoral 1500 in bustine, per aiutare il ginocchio a lubrificarsi un pò.

Non so quanto di podisticamente rilevante ci sarà da raccontare da qui al prossimo mese, ma farò di tutto per non annoiarmi. Ci potete contare.


A PRESTO!

martedì 19 aprile 2016

INFORTUNIO

Che ci fosse qualcosa nel mio ginocchio destro che non andava lo avevo capito da un pò di tempo, almeno un mese.
Una settimana prima del Trail delle Valli Etrusche, infatti, percorrendo in discesa la scalinata di Torre dell'Alto, ad allenamento praticamente concluso, avvertii un lievissimo pizzicore all'altezza del menisco mediale destro, che precedentemente non sapevo a dire il vero manco dove stesse di casa.
Sono 15 anni che corro regolarmente e grazie al Cielo fino ad oggi non ho mai sofferto di particolari problemi, ad esclusione dell'infortunio più grave, una lesione del gemello mediale della gamba sinistra che mi costrinse un paio d'anni fa ad uno stop forzato di qualche settimana.
Tornando a noi, su questo che io definivo genericamente e senza troppa convinzione "sofferenza meniscale" ho corso i 50 km del Trail di Castiglion Fiorentino: tante imprecazioni la settimana precedente alla gara, tantissima paura ed ansia durante la gara, tutta acqua passata a traguardo tagliato.
Fino a quando, a bocce ferme, non mi sono accorto che il fastidio, il senso di turgore al ginocchio, questa "congestione" all'articolazione non passava.
Ho allentato la corsa e circa 10 gg fa ho fatto una visita dal mio medico sportivo, il quale si è scandalizzato delle mia assenza quasi totale di muscolatura alle gambe (quadricipide e vasto mediale su tutti), mi ha diagnosticato al tatto una cisti di Baker dietro al ginocchio destro e mi ha consigliato: 1) riposo dalla corsa; 2) ciclismo o palestra, specie se voglio continuare la disciplina del trail.
Poteva bastarmi così? Naaaa.
Ok la sospensione dalla corsa (non corro da allora); ok la palestra (sto dando l'anima seguito da un istruttore bravo), ma ci ho aggiunto una risonanza magnetica, nel frattempo, il cui esito è il seguente:


Non mi piace per niente.
Non è tanto la condropatia rotulea che mi preoccupa, perchè, da una sommaria analisi svolta su internet, il c.d. "ginocchio del corridore" pare essere una quasi costante nella vita podistica di un runner medio. Un pò di riposo nei casi meno gravi e l'utilizzo di qualche accortezza, tipo esercizi di stretching, fisioterapia, calzature adeguate, al limite una fascia elastica, qualche integratore a base di condroitina e glocosamina, un buon rafforzamento della muscolatura delle gambe e perirotulea...diciamoci la verità: tutto sommato "cazzate".
E' la degenerazione della cartilagine (lesione???) del menisco mediale il cacchio bruttino. Domani pomeriggio avrò la seconda seduta col mio medico sportivo, che mi "leggerà" queste analisi e valuterà il grado di infortunio ed il da farsi.
Che non sia una tragedia, forse, spero, credo di averlo capito. Ma che si tratti del mio primo infortunio forse un pò più serio dopo la lesione muscolare passata, credo di poterlo affermare.
Ora non credo sia il momento di drammatizzare, sto cercando di ripetermelo da questo pomeriggio, da quando ho ritirato il referto.
Un pò di fifa ce l'ho. Vediamo che succede nelle prossime ore.

lunedì 11 aprile 2016

ESPERIENZA

Ho sempre cercato di fare tesoro, nel bene come nel male, di tutte le mie esperienze. Ho sempre pensato infatti che si possa migliorare anche a partire dall'umiltà di guardarsi semplicemente attorno e "copiare" quello che fanno gli altri, emulando (copiando è brutto, dai!) da chi è migliore di te.
Ora, nel trail running di persone davanti a me ce ne sono anche fin troppe. Basta guardare la classifica di categoria del Trail delle Valli Etrusche per scoprire che nel mio caso su 80 pari età giunti al traguardo, 77 stavano davanti e solo due dietro di me, giusto il settantanovesimo e l'ottantesimo. Quindi, volendo proprio guardarsi attorno, diciamo che avevo l'imbarazzo della scelta da emulare. Ma il punto non è questo. Se corressi per la classifica finale cambierei sport, questo è sicuro. Se dovessi poi confrontarmi col trail io che vengo da una regione piatta che più piatta non si può, sarei spacciato in partenza.
Tuttavia, volendo comunque migliorare, con umiltà e partendo dal terzultimo gradino, in prospettiva delle gare che voglio correre in futuro e del fatto che comunque mi interessa sempre tagliare il traguardo nel modo più dignitoso possibile, qualcosa da "copiare" c'è, subito, in fretta, diciamo nel più breve tempo possibile: il fisico.
Anche il trail runner più scarso, ho notato, è dotato di una discreta muscolatura, anche e soprattutto degli arti superiori: braccia, spalle, tronco e addominali risultano sempre sodi e ben definiti. Difficilmente tra i trailers vedi un fisico da tapascione, cosa che invece noti guardandoti attorno al via di una 10, di una 21 ed anche di una 42 km su strada.
Nel trail no. Al via del Valli Etrusche, come pure al via del Gargano ad ottobre, ho messo riflessione sulla forma fisica di tutti i partenti, sicuramente superiore alla mia, che pure non sono uno che si trascura, ma che probabilmente deve apportare dei correttivi.
E così ho deciso, da circa una decina di giorni, di alternare per l'intero periodo estivo la palestra alla corsa. Non amo chiudermi tra quattro mura e sollevare pesi, infatti non lo faccio, nel senso che non sto lì a fare inutili ed estenuanti prove di forza al bilanciere. Questo no. Ma sto cercando nei limiti del possibile di "tirarmi" un pochino, raggiungendo una forza fisica di spinta che provi ad avvicinarsi, alla lontana, a quella mia ottimale.
Sarà un lavoro lungo e paziente, ma mi sta piacendo. Sono già quattro volte che vado in palestra e domani mi tocca la quinta. Direche mi piace forse è troppo, "non mi dispiace" è forse la frase più adatta.
Vi farò sapere come va.